Dagli anni ’70 in poi il modello economico lineare emerso dalla rivoluzione industriale è andato in crisi e ci si è resi conto che questo tipo di modello “take-make-dispose” comporta una serie di conseguenze che non sono state prese in considerazione prima del ‘900, quali l’impatto ambientale e il limite delle risorse.
Per questi motivi si è assistito ad una transizione verso la green economy che a differenza del passato, ha un’attenzione particolare per l’ambiente, per lo sviluppo sostenibile e per l’innovazione.
Da allora questo concetto si è evoluto fino ad oggi in cui si ritiene di non dover puntare sulla decrescita ma sulla creazione di nuovi mercati e che il rapporto tra ambiente e produzione possa essere simbiotico e non di contrasto.
L’approccio dell’economia circolare è basato sul “riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare” i materiali e i prodotti esistenti e, partendo da una progettazione più consapevole a partire dall’estrazione e dalla produzione, punta allo “zero waste”, in un’ottica in cui “in cui i rifiuti di uno diventano risorse per qualcun altro” e permettendo altresì una riduzione di rifiuti non recuperabili da parte di nessuno.
Il percorso che porterà verso la realizzazione di un’economia circolare richiede l’impegno non soltanto delle istituzioni, del mondo politico, economico e della ricerca ma anche la partecipazione dei cittadini ai quali è necessario comunicare le idee e i vantaggi dell’economia circolare ai fini di favorire l’utilizzo e lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi servizi.